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martedì 24 aprile 2012

La cultura del grazie e del per favore!

Oggi durante l'ora di lingua e cultura abbiamo iniziato a parlare dell'uomo d'oggi. L'uomo d'oggi è un uomo "light". Un uomo al quale non importa quasi più di nulla se non di se stesso, se non di essere migliore degli altri.
Questo tipo di uomo non ha più i valori di una volta. La nostra società non è più quella con i valori dei nostri nonni o dei nostri genitori. Manipolizziamo tutto. Vogliamo fama, potere e denaro. Non abbiamo più rispetto per le persone più grandi di noi, ce ne freghiamo di tutto e tutti. Viviamo in una società di plastica dove tutto si basa sui vestiti di marca che magari usiamo una volta o due. Non si crede più nei sentimenti di un tempo.
Non si crede più nell'amore, non ci riserviamo per nessuno e ci "concediamo" a troppi. La donna non è più rispettata e l'uomo pensa a stare con più donne possibile. Viviamo in una società dove tutto è dovuto, dove dalle nostre bocche escono solo ordini e mai un per favore o un grazie.
Credo che questo sia un po' così in tutto il mondo ma soprattutto in Europa.
Io invece voglio essere "trasgressiva" (ahahha).
Una delle cose che ho sempre imparato a fare nella vita è dire grazie, sempre, anche per le cose più piccole o per le più grandi. Quando qualcuno mi da qualcosa o quando mi applaudiscono mentre canto. Quando qualcuno si preoccupa per me o quando mi aiutano a sorridere. Sempre.
In questo mio anno, grazie è la parola d'ordine. E' l'unica parola che mi viene in mente da dire a chi ha reso meravigliosa quest'esperienza che tra un po' finirà. GRAZIE. Perchè ognuna delle persone che ho conosciuto hanno creato un pezzetto di questo grande puzzle che è il mio anno Argentino. Persone nuove ma anche le persone che già conoscevo e che mi sono sempre state vicine anche se così lontane.
Quanto mi mancherà questo posto eh?
Molto spesso mi capita, mentre cammino per strada, di pensare, pensare che tra un po' di tempo non potrò più farlo con la tranquillità con cui lo faccio ora, non potrò più perdermi per le vetrine dei negozi della mia città, o stare con i miei amici. Anche se manca tanto tempo è difficile non pensare a questo.
Siamo una società di autolesionisti, credo che ormai sia più che certo!

Però voglio solo dire grazie.
Grazie Argentina per avermi fatto vivere un anno così meraviglioso, così magico e stupendo pieno di momenti che non cancellerò mai dalla mia mente.

Grazie.